Quando sopraggiunge una paura o una difficoltà si diventa disponibili a fermarsi e ad attivare un cambiamento. Quando arriva una malattia che compromette e mette a rischio la nostra vita, quello è il momento in cui più di ogni altro si ha voglia di fare sul serio.
Per prendersi cura di sé a volte c’è bisogno di una emergenza, di un’urgenza.
Se riuscissimo a mantenere l’atteggiamento di emergenza e a coglierne il significato, come cambierebbe la qualità della nostra vita? È di questo che ha bisogno lo spirito per creare un movimento, dentro e fuori di noi. Per fare un viaggio serve qualcosa che spinga a partire: una meta, una strada, un sogno.
Quando si hanno progetti, sogni, obiettivi, bisogna farli diventare “un’emergenza” significativa, non si possono rimandare per poi lamentarsi che nella propria vita non cambia nulla. Parlare con il proprio sogno: sarà lui a dirci come arrivare a realizzarlo.
Per attivare il cambiamento e stare meglio con se stessi c’è bisogno di una riorganizzazione della propria vita, della propria settimana sportiva o lavorativa ed è necessario che tutto questo venga fatto con grande spirito di umiltà, di umorismo, di entusiasmo.
Aumentare ciò che è troppo poco, togliere ciò che è troppo.
Scegliere la flessibilità allontanando la rigidità: nel modo di pensare, nel modo di allenarsi. La morbidezza al posto della durezza.
Il fatto che l’idea sia semplice non significa che sia facile da realizzare. Il comprendere tutto a livello razionale può essere un buon punto di partenza, ma difficilmente produrrà un cambiamento duraturo. Nella formazione e soprattutto nei laboratori diventa indispensabile attivare una comprensione diversa da quella razionale, fare esperienza delle idee attraverso il corpo. La pratica è un modo per iniziare a vivere i propri cambiamenti: sperimentare ed esercitare un cambio di prospettiva.
Iniziamo da ora ad osservare la vita.