ADOLESCENTI E POI
Adolescenti e poi….
Chi di voi si ricorda, di quando è stato adolescente?
Chi è stata la persona che più di tutti ha creduto nei tuoi talenti?
Tra tutte le esperienze vissute, cosa ti ha aiutato a diventare quello che sei oggi?
Eccomi anch’io adolescente, nella foto (24 anni fa mentre allenavo)
A 14 anni facevo già 2 discipline sportive: atletica leggera e pallacanestro.
Già allenavo. Il mio primo lavoro è stato quello di allenatore
Il mio tempo era scuola, campo di atletica o pallacanestro, campo da basket quando allenavo e arbitravo, calcetto all’ oratorio – ping-pong, scuola. Mi sentivo fighissimo, invulnerabile. Se ci ripenso…
Quello che vivevo dentro di me pensavo fosse comune ad ogni ragazzo della mia età: dai pensieri alle emozioni.
Ho scoperto poi nel tempo non essere così, poichè ognuno funziona a suo modo.
Avevo un sogno ed era quello di affermarmi nel mondo dello sport.
Non ero però consapevole di tutto quello che bolliva in pentola.
I risultati non sono mancati, anche se in misura ridotta rispetto alle energie coinvolte.
Solo da adulto, attraverso i miei percorsi di crescita personale e professionale, ho potuto prendere coscienza che la vittoria non dipendeva strettamente dai grandi volumi di lavoro.
Che cosa voglio dire con questo?
Che ero sempre io, la stessa persona, sia quando correvo, quando giocavo con gli amici, quando studiavo, quando mi relazionavo con l’altro sesso, quando facevo il figlio, l’allenatore.
I vissuti che riguardavano la mia vita scolastica, quella sportiva e i cambiamenti propri si sommavano e si intersecavano. A questa conclusione un po c’ero arrivato, ma personalmente poi non sono stato capace di integrarli tra di loro.
Crescita personale? Emozioni, credenze, fantasie? Postura –movimento- sensazioni fisiche – emozioni? Come far fronte al mio mondo interiore?
Ho capito solo più avanti negli anni, con un certo grado di consapevolezza, che in ogni persona non c’è separazione tra l’area delle emozioni, dei pensieri, delle sensazioni fisiche, delle immagini-fantasie, della postura-movimento.
Io mi allenavo correndo, ma tutto il resto chi lo allenava?
Sulla scia di quello che ho trasformato passo-passo nella mia vita personale, ho incominciato anche a lasciarmi stupire, a studiare. Ho integrato la mia crescita personale, con le mie passioni,esperienze e studio. Ho gradualmente costruito un metodo di lavoro e registrato un marchio identificativo: “JOYTRAINER”.
Quando mi “alleno” e quando ho la gioia di seguire un adolescente nel suo processo di crescita, lo considero nella sua totalità.
I più grandi ostacoli al successo che ho riscontrato nel mio percorso da adolescente sono stati:
- il bisogno di APPROVAZIONE,la Paura del SUCCESSO, CONFRONTO costante
Non ero consapevole di come tutto ciò potesse influire sui miei appoggi mentre correvo, sul mio respiro, sulla mia concentrazione, sulla qualità del mio tiro in sospensione, sul mio serbatoio di energia, a scuola e nelle relazioni.
Io facevo, facevo…
Generalmente cosa fai quando incappi in questi ostacoli?
Ti è SUCCESSO? Come li hai gestiti?
Cosa fanno i compagni di squadra di tuo figlio? I tuoi figli?
Quello che osservo come dato di realtà ,è che quando lo “stress” è alto e i propri bisogni non sono riconosciuti, il ragazzo generalmente MOLLA, si arrende.
Molte volte magari, senza aver individuato la vera causa della sua scelta di mollare.
L’adolescente “crolla”interiormente.
La concentrazione, la motivazione, la giocosità vengono meno.
Tutto questo non è strettamente legato ai risultati. Ricordiamoci che l’adolescente non vive solo sul campo da gioco o seduto tra i banchi scolastici. L’adolescente vive, e in tal senso fa dei tentavi per andare nel mondo staccandosi gradualmente da mamma e papà.
Sarebbe cambiato nella mia vita qualcosa con un approccio diverso o più completo?
Magari sarei diventato un Olimpico, un professionista,magari no. Chissà.
Non lo so.
Sono consapevole,tuttavia, che tutto quello che ho vissuto ha contribuito a portarmi fino a qui.
Lo condivido con voi.
Se il passato ancora per molti è fonte di risentimento (per me lo è stato per molto tempo), oggi avverto nei suoi confronti una grandissima riconoscenza. Il mio passato mi ha portato fino a qui. Non ci sarebbe potuto essere passato migliore.
Molti sono gli adolescenti che incontro e che già si identificano con il loro tempo passato.
Come fare? Cosa fare?
E’ stato fondamentale per me, per aprirmi alla vita e “all’abbondanza”,capire che avrei tradito il mio passato e la parte più vera di me, se fossi stato ancora in lite col passato e agganciato allo stesso. E’ una nuova prospettiva.
Alcune domande e considerazioni “scomode”…
Ci sono tantissimi adolescenti con grandissime potenzialità. Più di quelli a cui viene puntato il dito contro.
C’è un’implosione di talenti e questo genera insoddisfazione e inquietudine nella vita.
C’è l’abitudine a misurare il proprio figlio con quello di qualcun altro.
Chi insegna ad un adolescente a misurarsi con la sua grandezza?
Cosa farne di un talento affinchè possa trasformarsi in capacità?
C’è l ‘abitudine a lamentarsi di quello che non va nell’adolescente a rafforzare quello che non va, non il contrario. Questo cosa genera?
A un certo punto nella mia vitalavorativa, dopo aver “navigato “ in diversi ambiti professionali, ho constatato il ripetersi delle stesse dinamiche nella vita dell’adolescente, nella sua relazione con il mondo e coi genitori.
Mi sono sentito chiamato a fare qualcosa di nuovo e costruttivo.
Eccomi qui
Per questo motivo è utile secondo me affiancare alla preparazione tecnica,dei PERCORSI INDIVIDUALI di crescita personale e motori. È cosi che si accresce la conoscenza di sè stessi e la gestione delle emozioni, la capacità di superare le sfide della vita in tutti gli ambiti.i
Quello che si impara serve per sempre.
Ognuno di noi è qui per evolvere, per uno scopo: tutto questo si chiama “felicità”
Nella foto eccomi domenica 30 ottobre all’arrivo della mezzamaratona a Lodi