COUNSELING E PSICOMOTRICITA’ IN ACQUA
Secondo alcune correnti psicospirituali, l’anima del bambino sceglie i propri genitori e anche il luogo di nascita. Per il bambino quei genitori sono ideali e, se li ha scelti, è perché rappresentano il terreno più fertile per la sua evoluzione e, direi, anche lui per la loro. Per questo è importante rispettare anche i tempi e i limiti della famiglia. Conta mettere anche un piccolo seme, chiedendo loro di continuare a prendersene cura.
Quando cambia il modo di osservare e di interpretare la realtà, cambia anche il modo di porsi con l’altro, sia partner sia figlio. La qualità della relazione dipende da diversi fattori. Il più importante a mio avviso è la capacità di stare con quello che si sente sul piano emotivo.
Il bambino necessita di essere valorizzato, riconosciuto, supportato, contenuto, orientato, protetto, educato anche a cadere. Gli stati d’animo che vive possono fare da specchio agli stati emotivi del genitore, in particolare di quelli che non ha ancora riconosciuto.
I genitori, a loro volta, hanno delle radici, includerle nel processo è di fondamentale importanza per comprendere nel profondo da dove si nutrono i loro pensieri e il loro atteggiamento. Per generare un nuovo equilibrio familiare è necessario osservare tutta la famiglia nel suo insieme.
Quando le emozioni sono intense difficilmente si riesce a riconoscere quello che sta avvenendo interiormente. A questo punto si verificano due possibilità.
La prima è quella di rivolgere completamente la propria attenzione su qualcuno o qualcosa fuori di sè. La seconda è quella di sentirsi completamente sopraffatti da queste emozioni. La visione degli eventi, che hanno scatenato questa reazione emotiva, è spesso deformata e talvolta distorta. Nella relazione col proprio figlio questo meccanismo è alla base o è la conseguenza (vale in entrambe le direzioni) della tendenza del genitore ad identificarsi con il proprio figlio. Quando ciò accade, non c’è più il genitore che dialoga con il figlio ma si osserva il genitore dialogare con la parte di sè bambina. In questa confusione il genitore perde la centratura nel proprio ruolo e non si accorge di sostituirsi a quello che spetterebbe solo al figlio sperimentare.
In alcuni di questi casi, seppure la risposta del figlio al lavoro di counseling sia positiva, la risposta del genitore sembra non andare nella stessa direzione.
Mettere il genitore in contatto con quello che si sta attivando interiormente è perciò fondamentale.
Le dinamiche che accadono in sessione rappresentano uno spaccato delle dinamiche che la famiglia mette in atto a casa, per questo è fondamentale includere i genitori nel processo di consapevolezza e trasformazione in tutte le sessioni. Diversamente sarebbe come pensare di riparare il motore di un automobile osservando solo come girano le ruote.
Del resto i genitori arrivano con una richiesta di aiuto precisa, anche se inizialmente credono che sia sufficiente prendersi cura solo delle dinamiche del figlio, presto osservano quanto il metodo inclusivo acceleri esponenezialmente i risultati e quindi il benessere di tutta la famiglia.
Il percorso di Counseling in acqua si prefigge di:
- accogliere il bambino e la famiglia per ciò che è e per ciò che porta
- aiutarli a superare blocchi ed ostacoli interni
- trasformare emozioni e fantasie
- riportare l’individuo nel proprio potere personale
- accrescere consapevolezza e chiarezza
- contattare le risorse individuali e del nucleo familiare e valorizzarle
- educare alla responsabilità delle proprie azioni, scelte ed emozioni
- orientare la sofferenza e le energie in azioni costruttive
- fornire una serie di strumenti e tecniche per stare nel momento presente
- trovare il proprio daimon, il proprio scopo di vita
Questo materiale è di proprietà intellettuale di Angelo Cattaneo.
Tratto da “Counseling in acqua: trasformare in assenza di gravità”,
Tesi sperimentale del percorso di Counselor di Angelo, a breve un libro.